Promosso e finanziato dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del VI Programma Nazionale di Ricerca sull’AIDS, il “Progetto Coroh: Prendersi cura di sé migliora la salute di tutti” vede protagonisti il Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”, IFO San Gallicano e Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata - Centro AIDS.
Il progetto è un concreto passo avanti nella lotta e nella prevenzione dell’AIDS e delle altre infezioni a trasmissione sessuale e nasce in un’ottica di sperimentazione di un modello esportabile anche su scala nazionale, per tenere alta la soglia di attenzione sui comportamenti a rischio che sono causa dell’aumento di nuove infezioni registrate dal 2000 a oggi.
Per la prima volta si rende concreta la sinergia tra vari organismi impegnati sul fronte della lotta all’AIDS. Al potenziamento delle attività di screening gratuito offerte dai due istituti ospedalieri partner del progetto, viene associata l’azione del Circolo “Mario Mieli”, che a partire dal 1983 è un’importante punto di riferimento per la comunità omosessuale e trans a livello nazionale.
Accanto all’attività di sensibilizzazione, l’obiettivo dell’iniziativa è la formazione di una coorte estesa di persone omosessuali e transessuali su cui monitorare l’incidenza dell'infezione da HIV mediante un Sistema di Sorveglianza Avanzato. Al test HIV si affiancano inoltre i test che riguardano le altre infezioni a trasmissione sessuale, come la sifilide.
Promosso e finanziato dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del VI Programma Nazionale di Ricerca sull’AIDS, il “Progetto Coroh: Prendersi cura di sé migliora la salute di tutti” vede protagonisti il Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”, IFO San Gallicano e Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata - Centro AIDS.
Il progetto è un concreto passo avanti nella lotta e nella prevenzione dell’AIDS e delle altre infezioni a trasmissione sessuale e nasce in un’ottica di sperimentazione di un modello esportabile anche su scala nazionale, per tenere alta la soglia di attenzione sui comportamenti a rischio che sono causa dell’aumento di nuove infezioni registrate dal 2000 a oggi.
Per la prima volta si rende concreta la sinergia tra vari organismi impegnati sul fronte della lotta all’AIDS. Al potenziamento delle attività di screening gratuito offerte dai due istituti ospedalieri partner del progetto, viene associata l’azione del Circolo “Mario Mieli”, che a partire dal 1983 è un’importante punto di riferimento per la comunità omosessuale e trans a livello nazionale.
Accanto all’attività di sensibilizzazione, l’obiettivo dell’iniziativa è la formazione di una coorte estesa di persone omosessuali e transessuali su cui monitorare l’incidenza dell'infezione da HIV mediante un Sistema di Sorveglianza Avanzato. Al test HIV si affiancano inoltre i test che riguardano le altre infezioni a trasmissione sessuale, come la sifilide.
Prepariamola gradualmente ad un'altra estate di afa e caldo record
Secondo le ultime previsioni meteo l’estate 2007 potrebbe essere tra le più calde e soleggiate degli ultimi anni. Come è ben noto il sole è un elemento indispensabile alla vita ed è un prezioso alleato della salute.
Nel periodo estivo migliorano molte patologie dermatologiche (es.: acne, psoriasi, dermatite atopica) grazie all'azione sebo ed immunoregolatrice dei raggi ultravioletti. L'esposizione graduale alla luce solare stimola infatti la produzione di cortisolo (azione antinfiammatoria), di serotonina e dopamina (azione antistress).
Tuttavia un'errata esposizione al sole può divenire nel tempo la causa di alcune patologie denominate "fotodermatosi", che vanno dal semplice eritema solare fino a reazioni via via più importanti come l'orticaria solare e le reazioni fototossiche e fotoallergiche.
Un uso irragionevole del sole "invecchia" la pelle ed aumenta l'incidenza di alcuni tumori cutanei (basalioma, spinalioma, melanoma).
Tra le patologie che peggiorano al sole ricordiamo la couperose (aumento dei capillari visibili al viso), l'herpes e il cloasma (macchie brune di melanina).
L'abbronzatura è un sofisticato sistema di difesa messo in atto per proteggerci dagli effetti nocivi dei raggi ultravioletti. La melanina prodotta è infatti un polimero che assorbe e neutralizza i radicali liberi prodotti in seguito ad un'intensa esposizione. Ma una produzione efficace di melanina si verifica dopo circa 24-48 ore dall'esposizione e pertanto bisogna stare attenti soprattutto alle prime esposizioni, quando la pelle non è ancora sufficientemente preparata a ricevere tanto sole.
Ci sono individui che si scottano spesso e si abbronzano poco (soggetti feomelanici) e individui che si abbronzano subito (soggetti eumelanici).
Gli eumelanici però devono prestare attenzione al sole e alle lampade abbronzanti durante una terapia ormonale e dopo un trattamento di bellezza (es: ceretta, peeling, laser, etc) per la maggiore tendenza a "macchiare" il viso.
Da uno studio condotto in Campania dal 1997 al 2002 e pubblicato sugli Annali Italiani di Dermatologia si evince che la quantità massima di ultravioletto corto (UV-B) che raggiunge il suolo e quindi la nostra cute, non ha subito grosse variazioni in questi ultimi anni, nonostante i cambiamenti bizzarri del clima.
L'aumentata "pericolosità" delle esposizioni estive non va quindi attribuita all'irradianza solare (rimasta pressoché invariata negli anni), ma ad un cambiamento radicale nelle nostre abitudini. Il modello televisivo "abbronzato è bello" aumenta il desiderio della tintarella a tutti i costi. Spesso però si ha a disposizione un'unica settimana di vacanza, dopo un digiuno solare di un intero anno trascorso tra casa e ufficio.
Fino alla scorsa generazione, le vacanze estive della famiglia media duravano circa 2 mesi. Nella nuova "ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE" le attività commerciali esercitano 12 mesi all'anno e la vacanza si limita ai famosi "7 giorni all inclusive".
Non essendo ancora la pelle pronta a ricevere un tale carico di sole, ci si scotta e si attribuisce ingiustamente la causa ad un sole "malato" piuttosto che ad un cambio generazionale di usi e costumi.
Si raccomanda pertanto anche quest'anno un'esposizione graduale al sole e l'uso di creme con fattore di protezione adeguato alla fascia di età, suggerite dal proprio dermatologo.
Bibliografia
DEL SORBO ANTONIO et al. Monitoraggio della quantità di ultravioletto solare sull'Italia Meridionale. Annali Italiani di Dermatologia allergologica, clinica e sperimentale; 56:115-121 (2002).
Dott. Antonio DEL SORBO
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale
Prepariamola gradualmente ad un'altra estate di afa e caldo record
Secondo le ultime previsioni meteo l’estate 2007 potrebbe essere tra le più calde e soleggiate degli ultimi anni. Come è ben noto il sole è un elemento indispensabile alla vita ed è un prezioso alleato della salute.
Nel periodo estivo migliorano molte patologie dermatologiche (es.: acne, psoriasi, dermatite atopica) grazie all'azione sebo ed immunoregolatrice dei raggi ultravioletti. L'esposizione graduale alla luce solare stimola infatti la produzione di cortisolo (azione antinfiammatoria), di serotonina e dopamina (azione antistress).
Tuttavia un'errata esposizione al sole può divenire nel tempo la causa di alcune patologie denominate "fotodermatosi", che vanno dal semplice eritema solare fino a reazioni via via più importanti come l'orticaria solare e le reazioni fototossiche e fotoallergiche.
Un uso irragionevole del sole "invecchia" la pelle ed aumenta l'incidenza di alcuni tumori cutanei (basalioma, spinalioma, melanoma).
Tra le patologie che peggiorano al sole ricordiamo la couperose (aumento dei capillari visibili al viso), l'herpes e il cloasma (macchie brune di melanina).
L'abbronzatura è un sofisticato sistema di difesa messo in atto per proteggerci dagli effetti nocivi dei raggi ultravioletti. La melanina prodotta è infatti un polimero che assorbe e neutralizza i radicali liberi prodotti in seguito ad un'intensa esposizione. Ma una produzione efficace di melanina si verifica dopo circa 24-48 ore dall'esposizione e pertanto bisogna stare attenti soprattutto alle prime esposizioni, quando la pelle non è ancora sufficientemente preparata a ricevere tanto sole.
Ci sono individui che si scottano spesso e si abbronzano poco (soggetti feomelanici) e individui che si abbronzano subito (soggetti eumelanici).
Gli eumelanici però devono prestare attenzione al sole e alle lampade abbronzanti durante una terapia ormonale e dopo un trattamento di bellezza (es: ceretta, peeling, laser, etc) per la maggiore tendenza a "macchiare" il viso.
Da uno studio condotto in Campania dal 1997 al 2002 e pubblicato sugli Annali Italiani di Dermatologia si evince che la quantità massima di ultravioletto corto (UV-B) che raggiunge il suolo e quindi la nostra cute, non ha subito grosse variazioni in questi ultimi anni, nonostante i cambiamenti bizzarri del clima.
L'aumentata "pericolosità" delle esposizioni estive non va quindi attribuita all'irradianza solare (rimasta pressoché invariata negli anni), ma ad un cambiamento radicale nelle nostre abitudini. Il modello televisivo "abbronzato è bello" aumenta il desiderio della tintarella a tutti i costi. Spesso però si ha a disposizione un'unica settimana di vacanza, dopo un digiuno solare di un intero anno trascorso tra casa e ufficio.
Fino alla scorsa generazione, le vacanze estive della famiglia media duravano circa 2 mesi. Nella nuova "ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE" le attività commerciali esercitano 12 mesi all'anno e la vacanza si limita ai famosi "7 giorni all inclusive".
Non essendo ancora la pelle pronta a ricevere un tale carico di sole, ci si scotta e si attribuisce ingiustamente la causa ad un sole "malato" piuttosto che ad un cambio generazionale di usi e costumi.
Si raccomanda pertanto anche quest'anno un'esposizione graduale al sole e l'uso di creme con fattore di protezione adeguato alla fascia di età, suggerite dal proprio dermatologo.
Bibliografia
DEL SORBO ANTONIO et al. Monitoraggio della quantità di ultravioletto solare sull'Italia Meridionale. Annali Italiani di Dermatologia allergologica, clinica e sperimentale; 56:115-121 (2002).
Dott. Antonio DEL SORBO
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale
Pochi minuti per stabilire se un "neo" è semplicemente un "neo"
COS’E’ IL MELANOMA
Costituisce il 3% di tutte le neoplasie maligne ed origina solitamente dai melanociti della cute e delle mucose. In questi ultimi anni la sua incidenza nel mondo è aumentata (in Italia è superiore a 10 casi all’anno ogni 100.000 abitanti) ed è oggi responsabile di almeno l’1% dei decessi per tumori. Il melanoma può svilupparsi sulla cute sana o può insorgere in associazione con un neo preesistente.
FATTORI DI RISCHIO
Sono la predisposizione familiare, l’elevato numero di nei, un fototipo basso (pelle chiara che si ustiona facilmente al sole) ed un’errata esposizione al sole soprattutto in età pediatrica. Chiaramente l’errata esposizione al sole non è l’unico fattore scatenante, in quanto il melanoma può insorgere anche in zone non esposte al sole come la pianta del piede e l’area genitale.
COME SI PRESENTA
Esistono forme di melanoma sia piane che rilevate sul piano cutaneo, che possono in molti casi somigliare ad un comune neo (vedi foto) ed è proprio per questo che è importante la diagnosi precoce attraverso un controllo ambulatoriale periodico presso il proprio dermatologo di zona.
QUANDO PREOCCUPARSI
E’ importante monitorare periodicamente i propri nei, almeno una volta all’anno o secondo le indicazioni del proprio medico.
In particolare è importante rivolgersi al dermatologo nei casi in cui si osserva che un neo ha cambiato aspetto nel giro di poco tempo.
Il sanguinamento spontaneo di un neo è un altro elemento molto importante.
Esiste una regola mnemonica indicata con le prime 7 lettere dell’alfabeto (regola ABCDEFG) che aiuta a ricordare alle persone quando rivolgersi al proprio medico.
La lettera "A" sta per Asimmetria, nel senso che qualsiasi neo asimmetrico (cioè di forma irregolare) dovrebbe essere sottoposto almeno una volta al dermatologo;
la lettera "B" indica Bordo irregolare;
la lettera "C" indica Colore non uniforme;
la lettera "D" indica un Diametro del neo superiore a 6 mm;
la lettera E (la più importante delle 7) indica l’Evoluzione del neo. Un’evoluzione rapida (cambiamenti del neo nel giro di qualche mese) costituisce infatti un importante segnale di allarme;
la lettera "F" indica invece la Familiarità per melanoma e pertanto i membri di una famiglia con casi di melanoma andrebbero monitorati più frequentemente;
tale lettera serve anche a ricordare il Fototipo (predisposizione alle scottature solari), in quanto i soggetti che al mare si abbronzano poco e si scottano spesso, sarebbero più inclini a sviluppare un melanoma;
infine la lettera "G" indica la Grande quantità di nei ed i soggetti con più di 50 nei andrebbero monitorati più spesso degli altri.
MAPPATURA DEI NEI
Oggi il dermatologo dispone di una moderna tecnica di osservazione dei nei denominata dermatoscopia ad epiluminescenza, nota anche con il nome di nevoscopia o "mappa" dei nei.
Tale esame viene effettuato al momento della visita dermatologica con uno strumento denominato dermatoscopio, che permette allo specialista di individuare dei particolari del neo invisibili a occhio nudo e di stabilire così per ciascun individuo una sorta di "profilo" nevico. La tecnica permette di valutare la morfologia e la disposizione degli addensamenti di melanina (reticolo pigmentario) e delle anse capillari, non apprezzabili alla semplice ispezione clinica.
Il continuo perfezionamento delle tecniche di imaging digitale, permettono oggi al dermatologo una sorta di diagnosi "assistita" dalla macchina, in cui un computer attraverso un particolare software, identifica automaticamente il bordo del neo in esame e ne estrae i parametri relativi a dimensione, forma e distribuzione del colore.
Quindi il sistema confronta l’immagine in esame con quelle inserite in un enorme archivio digitale (database). Nonostante i progressi della telemedicina, la diagnosi del melanoma resta ancora oggi di tipo clinico (cioè fatta dal medico e non dal computer), anche se in molti casi la macchina può fornire al dermatologo utilissime informazioni ai fini di una diagnosi sempre più raffinata.
Dott. Antonio DEL SORBO
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale
Pochi minuti per stabilire se un "neo" è semplicemente un "neo"
COS’E’ IL MELANOMA
Costituisce il 3% di tutte le neoplasie maligne ed origina solitamente dai melanociti della cute e delle mucose. In questi ultimi anni la sua incidenza nel mondo è aumentata (in Italia è superiore a 10 casi all’anno ogni 100.000 abitanti) ed è oggi responsabile di almeno l’1% dei decessi per tumori. Il melanoma può svilupparsi sulla cute sana o può insorgere in associazione con un neo preesistente.
FATTORI DI RISCHIO
Sono la predisposizione familiare, l’elevato numero di nei, un fototipo basso (pelle chiara che si ustiona facilmente al sole) ed un’errata esposizione al sole soprattutto in età pediatrica. Chiaramente l’errata esposizione al sole non è l’unico fattore scatenante, in quanto il melanoma può insorgere anche in zone non esposte al sole come la pianta del piede e l’area genitale.
COME SI PRESENTA
Esistono forme di melanoma sia piane che rilevate sul piano cutaneo, che possono in molti casi somigliare ad un comune neo (vedi foto) ed è proprio per questo che è importante la diagnosi precoce attraverso un controllo ambulatoriale periodico presso il proprio dermatologo di zona.
QUANDO PREOCCUPARSI
E’ importante monitorare periodicamente i propri nei, almeno una volta all’anno o secondo le indicazioni del proprio medico.
In particolare è importante rivolgersi al dermatologo nei casi in cui si osserva che un neo ha cambiato aspetto nel giro di poco tempo.
Il sanguinamento spontaneo di un neo è un altro elemento molto importante.
Esiste una regola mnemonica indicata con le prime 7 lettere dell’alfabeto (regola ABCDEFG) che aiuta a ricordare alle persone quando rivolgersi al proprio medico.
La lettera "A" sta per Asimmetria, nel senso che qualsiasi neo asimmetrico (cioè di forma irregolare) dovrebbe essere sottoposto almeno una volta al dermatologo;
la lettera "B" indica Bordo irregolare;
la lettera "C" indica Colore non uniforme;
la lettera "D" indica un Diametro del neo superiore a 6 mm;
la lettera E (la più importante delle 7) indica l’Evoluzione del neo. Un’evoluzione rapida (cambiamenti del neo nel giro di qualche mese) costituisce infatti un importante segnale di allarme;
la lettera "F" indica invece la Familiarità per melanoma e pertanto i membri di una famiglia con casi di melanoma andrebbero monitorati più frequentemente;
tale lettera serve anche a ricordare il Fototipo (predisposizione alle scottature solari), in quanto i soggetti che al mare si abbronzano poco e si scottano spesso, sarebbero più inclini a sviluppare un melanoma;
infine la lettera "G" indica la Grande quantità di nei ed i soggetti con più di 50 nei andrebbero monitorati più spesso degli altri.
MAPPATURA DEI NEI
Oggi il dermatologo dispone di una moderna tecnica di osservazione dei nei denominata dermatoscopia ad epiluminescenza, nota anche con il nome di nevoscopia o "mappa" dei nei.
Tale esame viene effettuato al momento della visita dermatologica con uno strumento denominato dermatoscopio, che permette allo specialista di individuare dei particolari del neo invisibili a occhio nudo e di stabilire così per ciascun individuo una sorta di "profilo" nevico. La tecnica permette di valutare la morfologia e la disposizione degli addensamenti di melanina (reticolo pigmentario) e delle anse capillari, non apprezzabili alla semplice ispezione clinica.
Il continuo perfezionamento delle tecniche di imaging digitale, permettono oggi al dermatologo una sorta di diagnosi "assistita" dalla macchina, in cui un computer attraverso un particolare software, identifica automaticamente il bordo del neo in esame e ne estrae i parametri relativi a dimensione, forma e distribuzione del colore.
Quindi il sistema confronta l’immagine in esame con quelle inserite in un enorme archivio digitale (database). Nonostante i progressi della telemedicina, la diagnosi del melanoma resta ancora oggi di tipo clinico (cioè fatta dal medico e non dal computer), anche se in molti casi la macchina può fornire al dermatologo utilissime informazioni ai fini di una diagnosi sempre più raffinata.
Dott. Antonio DEL SORBO
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale